Emilija Škarnulytė

Emilija Škarnulytė

Dal 21 settembre 2020 per un mese, in collaborazione con l’Istituto di Cultura Lituano e con la curatrice Alessandra Troncone, abbiamo ospitato la residenza di Emilija Škarnulytė, artista e filmmaker lituana, nomadica nata a Vilnius nel 1987.

Lavorando tra il documentario e l’immaginario, Škarnulytė realizza film e installazioni coinvolgenti che esplorano il tempo profondo e le strutture invisibili, dal cosmico e geologico all’ecologico e politico. La nonna cieca di Škarnulytė tocca delicatamente la statua di un dittatore sovietico. Rilevatori neutrini e particolari collisori misurano il cosmo con l’architettura ultraterrena. Le specie post-umane nuotano attraverso i tunnel sottomarini sopra il Circolo Polare Artico e strisciano attraverso le faglie tettoniche nel deserto mediorientale.

Vincitrice della decima edizione del prestigioso Future Generation Art Prize 2019, Škarnulytė rappresenta la Lituania alla XXII triennale di Milano ed è stata inserita nel Baltic Pavilion alla Biennale di Architettura di Venezia del 2018. Con le mostre personali al CAC di Vilnius nel 2015 e alla Kunstlerhaus Bethanien di Berlino nel 2017, ha partecipato a mostre collettive al Ballroom Marfa, al Museo d’Arte di Seoul, alla Fondazione Kadist e alla Prima Biennale di Riga. Tra i suoi numerosi premi figurano il Kino der Kunst Project Award, Monaco di Baviera (2017); il Premio Artista della Fondazione Banca di Risparmio DNB (2017) e il Premio Nazionale d’Arte Lituana per Giovani Artisti (2016). Si è laureata all’Accademia d’Arte di Brera a Milano e ha conseguito un master presso l’Accademia d’Arte Contemporanea di Tromsø.

I suoi film sono stati proiettati alla Serpentine Gallery, nel Regno Unito, al Centre Pompidou, in Francia e in numerosi festival cinematografici tra cui Rotterdam, Busan e Oberhausen. È una delle fondatrice e attualmente co-dirige il Polar Film Lab, un collettivo per la pratica cinematografica analogica con sede a Tromsø, in Norvegia, ed è membro del duo di artisti New Mineral Collective, recentemente commissionato per un nuovo lavoro dalla First Toronto Biennial.

Durante la sua residenza, Emilija ha esplorato la Napoli subacquea e sotterranea per la produzione del suo ultimo progetto e presentato i suoi lavori attraverso studio visit e una proiezione.

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